ANATOCISMO ED ESURA BANCARIA: REATI COMMESSI DALLE BANCHE
Con il termine anatocismo si indica il fenomeno “dell’interesse sull’interesse” (cd. “interesse composto”), ovvero della progressiva capitalizzazione degli interessi maturati su una somma di denaro.
Per comprendere
gli effetti economici che l’anatocismo produrrebbe sul mutuatario è sufficiente
leggere alcune sentenze della Suprema Corte di Cassazione (sez. I, 16.3.1999, n. 2374) che ha evidenziato come, pure rimanendo nell’ambito “del
tasso d’interesse limite non usuraio” (cosiddetto “tasso soglia”), “le
conseguenze economiche sono diverse a secondo che sulla somma capitale si
applichino gli interessi semplici, o quelli composti”, vale a dire
anatocistici, in quanto, a titolo esemplificativo, “una somma di denaro
concessa a mutuo al tasso annuo del 5% si raddoppia in venti anni,
mentre con la capitalizzazione degli interessi la stessa somma si raddoppia in quattordici
anni”.
Sotto il
profilo, sostanziale e processuale, della gestione delle controversie in
materia di anatocismo bancario e usura, e quindi della ripartizione dell’onere
della prova e dell’adozione dei provvedimenti istruttori e decisori,
assume un ruolo fondamentale il contratto bancario di conto corrente (o di
apertura di credito in conto corrente).
Infatti, a
seguito delle modifiche legislative, nonché degli interventi della
Suprema Corte di Cassazione, vige un sistema complesso per il quale è
necessario distinguere tra contratti bancari di conto corrente stipulati
in epoca anteriore al 22 aprile 2000 – data di entrata in vigore della
Delibera emessa dal CICR il 9.2.2004, in attuazione dell’art. 120, comma 2, T.U.B.,
introdotto con l’art. 25, comma 2, d.lgs. n. 342/1999 - le cui clausole di
capitalizzazione trimestrale degli interessi sono nulle per violazione
dell’art. 1283 c.c., e contratti conclusi successivamente alla data di
entrata in vigore della detta Delibera (22.4.2000), le cui clausole anatocistiche
sono legittime e valide, purché risultino specificamente approvate in forma
scritta e prevedano la stessa periodicità nel conteggio degli interessi
sia debitori, sia creditori.
In tale senso depongono sia
la interpretazione letterale e sistematica della disciplina legislativa di cui
agli artt. 1283 c.c., 120, comma 2, T.U.B. (D.lgs. 1°.9.1993, n. 385),
introdotto dall’art. 25, comma 2, d.lgs. 4.8.1999, n. 342, e 2 della
delibera del CICR del 9.2.2000, entrata in vigore il 22.4.2000, sia l’orientamento
della giurisprudenza di legittimità.
L'usura invece è il reato che commette chi, sfruttando il bisogno di
denaro altrui, concede un prestito chiedendone la restituzione a un tasso
d'interesse superiore al cosiddetto "tasso
soglia" consentito dalla legge.
Alla base di un rapporto
usurario c'è dunque, da una parte, una necessità stringente di denaro e,
dall'altra, un'offerta che può apparire come una facile e rapida soluzione per
chi si trova in difficoltà.
Sempre più spesso sono le
banche ad applicare interessi usurari sui mutui. A tal riguardo la Corte di
Cassazione, con la sentenza 350/2013 ha stabilito che quando il tasso di mora,
le penali e le varie spese, superano il tasso soglia anche i mutui diventano
usurai e possono essere annullati.
La sentenza permette quindi
il recupero integrale o l'annullamento del mutuo ipotecario nel caso gli
interessi pagati su mutui o le penali superano la soglia di usura. Situazione
che si verifica di frequente in presenza di insolvenza o di ritardati
pagamenti.
Come verificare dunque l'esistenza
o meno del problema e soprattutto come fare a recuperare le somme indebitamente
corrisposte?
-
contratto di
conto corrente con la banca;
-
piano di
ammortamento;
-
scalari
trimestrali di tutti i conti correnti.
Una volta accertato l’indebito, ti faremo firmare un mandato per instaurare la causa contro la Banca.
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